giovedì 27 marzo 2014

Oscar di poesia a Milano e.. acr/crv e i Socialisti di Biscardini

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Care compagne e cari compagni,vi allego la lettera inviata ieri ai membri del Consiglio Nazionale del PSI che sarà oggetto di discussione e di dibattito anche a Milano e in Lombardia. 
Un caro saluto,
Roberto Biscardini


ROBERTO BISCARDINI – LETTERA AI COMPAGNI
Care compagne e cari compagni,
arriva il momento in cui le proprie idee devono essere sostenute con chiarezza. Molti di noi lo hanno fatto prima, durante e dopo il congresso di Venezia. Adesso sembrano esserci tutte le condizione perché altri facciano sentire la propria voce rivendicando per il PSI un fisionomia certa, una sua ragione d’essere, rifiutando silenzi, comportamenti confusi e decisioni arbitrarie.
A pochi mesi dal Congresso sembra esserci finalmente nel partito una larga maggioranza che intende reagire al pericolo della deriva.
Una maggioranza che può diventare persino unità, se al centro mettiamo il nostro futuro, la questione socialista e non le contrapposizioni personali. In gioco nel PSI non c’è Nencini, ma le sorti e il futuro del n ostro e del suo partito.
Dal 10 febbraio, giorno in cui molti di noi hanno sollecitato la convocazione di un Consiglio Nazionale per affrontare alcune questioni già allora urgenti, sono successe molte cose e sono state compiute scelte importanti, anche se non votate e non condivise dagli organi di partito.
Mi riferisco in primo luogo alla decisione di sostenere questo governo senza che ci sia stata alcuna discussione preliminare sulla politica e sui programmi e mi riferisco alla decisione scellerata dei nostri parlamentari di votare a favore della nuova legge elettorale proposta da Berlusconi-Renzi.
A seguito del voto a favore del governo, Riccardo Nencini è diventato viceministro. Un incarico importante dato non in nome della sua immagine e delle sue competenze, ma dato al partito attraverso il suo segr etario.
A seguito del voto dei deputati a favore dell’Italicum ricadono invece sul partito solo responsabilità negative alle quali occorre far fronte: infatti, o il partito è d’accordo con quel voto e lo dice, o sarà obbligato ad utilizzare il Senato come unica sede importante ed autorevole per far sentire la sua posizione contraria.
Infine, dal 10 febbraio ad oggi, quando chiedemmo la convocazione degli organi per affrontare il tema delle elezioni europee, si è fatto trascorre un tempo prezioso, forse per mettere il partito di fronte al fatto compiuto e non presentare la lista alle europee, esattamente come avvenne un anno fa in occasione delle elezioni politiche.
Di fronte a questa situazione il prossimo Consiglio Nazionale dovrà assumere posizioni chiare.
Primo. Il PSI non può per nessun motivo rinunciare a farsi promotore di una lista socialista alle prossime elezioni europee. Se vogliamo difendere il diritto ad esistere non ci sono più le condizioni del passato per scegliere il meno peggio e rinunciare alla propria autonomia. Non ci sono più le condizioni per votare la lista del PD con i nostri candidati in quella lista, neppure nel caso il loro simbolo subisse qualche “maquillage”. Se un partito manca l’appuntamento elettorale delle elezioni politiche, e per giunta persevera nell’errore, rischia di sparire. Per questo la lista del Partito, o una lista socialista da noi promossa, per sostenere Schultz senza bisogno di votare PD è l’imperativo da assolvere ad ogni costo e a prescindere da ogni cosa.
Secondo. Se il partito, come si è deciso anche a Venezia, esclude ogni ipotesi di confluenza nel PD, e non ritiene che le cose siano cambiate con l’avvicinamento del PD al PSE, perché questa scelta non ha affatto cambiato nè i connotati nè la politica di quel partito, allora il PSI non può che esprimere la propria autonomia politica, organizzativa ed elettorale. Recuperando la propria fisionomia e lasciandosi alle spalle quella subalternità che abbiamo avuto nei confronti di Bersani prima, di Letta poi e adesso di Renzi, nonostante le loro diverse politiche. Insomma se vogliamo escludere, come io me lo auguro, che il nostro futuro sia nel PD o in fantomatici patti federativi con quel partito, allora è arrivato il momento di costruire una nostra politica e una nostra prospettiva, che ha come primo tassello proprio la presentazione della nostra lista alle europee.
Terzo. Spetta infine alla nostra pattuglia di Senatori, più determinanti numericamente degli stessi deputati, essere coe rente con le nostre tradizionali posizioni. I socialisti sono contro l’Italicum proposto da Renzi e da Berlusconi, perché ritengono questa proposta di legge persino peggiorativa del Porcellum. Ritengono che questa legge sia ugualmente incostituzionale e si ribellano all’idea che, nonostante tante belle parole dette in questi anni, i cittadini non potranno scegliere i propri candidati. Non si è avuto il coraggio di reintrodurre le preferenze, unica risposta seria per evitare che anche il prossimo parlamento sia un parlamento di nominati. Basta questo per giustificare il nostro voto contrario.
Su queste basi, la politica del PSI può riscoprire un nuovo corso.
Roberto Biscardini


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