Intervento in Senato durante la
discussione sul Governo Gentiloni (video).
Abbiamo preso atto dell’esito del Referendum.
Le dimissioni di Matteo Renzi sono venute
dalla consapevolezza della maggioranza che ha sostenuto il suo Governo che ha
visto bocciare dai cittadini quella Riforma Costituzionale che era insieme
ragione e obiettivo del Governo e della legislatura stessa.
Il Referendum ha cancellato una Riforma che
io continuo a pensare fosse necessaria per il Paese.
Al di là delle caricature di questi giorni,
quel Referendum non cancella, però, le tante riforme e il lavoro fatto nei
mille giorni del Governo Renzi.
Abbiamo fatto cose utili per il Paese e per
tanti cittadini.
Ne parleremo e le racconteremo nei prossimi
giorni.
Leggeremo i risultati quando ci sarà la
possibilità e la serenità di farlo.
Oggi, il Presidente Gentiloni, con il suo
Governo e la sua maggioranza, si assume con coraggio una responsabilità non
semplice: portare il Paese alle elezioni, affrontando questioni urgenti per
il Paese, come intervenire sul sistema bancario, consolidare il lavoro
iniziato per la ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto, affrontare
gli impegni internazionali e il tema del governo dell’immigrazione.
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Articolo pubblicato dal'Huffington Post.
Il Governo presieduto da Matteo Renzi ha terminato dopo oltre mille giorni il suo lavoro. Con coerenza dopo la vittoria del NO al referendum il Presidente del Consiglio ha presentato le dimissioni, essendo stato quello di riformare la Costituzione uno degli obbiettivi fondanti del suo Governo e dell'intera legislatura. Credo, comunque, che sia giusto ricordare le tante cose che in questi tre anni il Parlamento e il Governo hanno fatto, prima che la contingenza politica e la rapidità con cui nell'era dell'web si sovrappongono e si perdono le informazioni, faccia dimenticare i molti risultati ottenuti e le riforme realizzate.
Certo è evidente che molte delle riforme
fatte avranno bisogno di un po' di tempo per mostrare i propri effetti ed è
altrettanto chiaro che i risultati ottenuti (il Prodotto Interno Lordo che
torna a crescere, il tasso di disoccupazione che scende anche tra i giovani,
600mila posti di lavoro in più di cui 450mila con contratti a tempo
indeterminato ecc.), sono insufficienti o, addirittura inesistenti agli occhi
di chi ancora vive materialmente e sulla propria pelle i grandi problemi
generati dalla lunga crisi economica.
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In una Regione in cui il presidente e
l’assessore al Bilancio sono rimasti saldamente al loro posto nonostante
siano stati rinviati a giudizio, la scelta di Sala dell’auto sospensione
dalle proprie funzioni rientra in uno stile di estrema coerenza, che va tanto
più rispettato dal momento che il sindaco di Milano è di nuovo indagato
nell’ambito di un’inchiesta e per vicende per cui la Procura di Milano aveva
già chiesto l’archiviazione.
La scelta di Sala è una lezione anche per
chi, come il M5S, ha difeso per 6 mesi a Roma l’assessore all’ambiente Paola
Muraro prima di arrivare alle sue dimissioni e che oggi non sa come
rispondere di fronte all’arresto di Raffaele Marra, fedelissimo della sindaca
Raggi e da lei blindato nonostante le notizie lasciassero presagire l’esito
odierno. Ora non faremo di certo mancare il governo a Milano. La
magistratura, nella quale confidiamo come sempre, chiarisca presto ciò che
tutti, compreso Sala, abbiamo appreso dai giornali.
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